Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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COME SCRIVERE UN RACCONTO

 

di Nicola Martella

 

1. Come iniziare

2. L’eroe o l’eroina

3. Le prove o i compiti

4. Il superamento delle difficoltà

5. I personaggi

6. I mezzi linguistici e la costruzione del testo

7. La fine

8. Aspetti conclusivi

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.

 

Ti invitiamo a scrivere un semplice racconto. Forse direte: «Chi io? Ma non scherziamo!». Certo nessuno è nato imparato, tanto meno scrittore di racconti. Nessuno deve però perdersi d’animo, anzi ognuno può imparare. Qui di seguito indichiamo al riguardo una semplice guida. Imparare a scrivere un racconto con una guida è come imparare ad andare in bicicletta con le rotelle laterali. Appena si padroneggia la materia, si può fare a meno di ogni sostegno.

 

 

1.  COME INIZIARE: Immaginatevi un personaggio: un eroe o un’eroina. Questa figura deve affrontare diversi compiti o prove e, alla fine, dev’essere ricompensata per tutto ciò. Qui trattiamo specialmente la struttura e gli elementi della favola (sebbene fatti e personaggi sono verosimili, compaiono aspetti fantastici), ma essi possono adattarsi anche alla fiaba (i personaggi sono tutti tratti dalla natura o dalla fantasia) e al racconto breve (i fatti e i personaggi sono verosimili).

 

 

   2.  L’EROE O L’EROINA: Il personaggio è giovane, dapprima spesso povero, solo e sfortunato. Alla fine della storia, diventa però potente e felice.

 

 

 3.  LE PROVE O I COMPITI: Il personaggio deve affrontare compiti avventurosi ed eventualmente anche pericolosi. Esseri potenti e personaggi cattivi vengono vinti in genere nella lotta. Tra i compiti che il personaggio deve affrontare ci sono per esempio il salvataggio di una persona da un pericolo o la liberazione di chi è stato posto sotto incantesimo.

 

 

 4.  IL SUPERAMENTO DELLE DIFFICOLTÀ: I compiti vengono risolti, secondo i casi, dal personaggio stesso mediante il coraggio, l’astuzia e la bontà, oppure mediante l’intervento di un essere potente o sovrannaturale.

 

 

 5.  I PERSONAGGI: Qui di seguito prendiamo l'esempio delle favole. In esse ci sono diversi gruppi di personaggi.

     ■ I buoni: Essi sono, ad esempio, la persona che deve essere salvata, il re o la regina, animali parlanti (questo diventa un ingrediente della fiaba) e altri soccorritori.

     ■ I cattivi: Essi sono, ad esempio, le sorellastre, i fratellastri, il maggiore dei fratelli, il patrigno, la matrigna, il tiranno, streghe, draghi e orchi.

     ■ Altri personaggi: Nelle favole essi sono, ad esempio, gnomi, nani, troll ed esseri simili, così anche un gigante.

 

 

 6.  I MEZZI LINGUISTICI E LA COSTRUZIONE DEL TESTO: Ecco qui di seguito alcuni elementi ricorrenti e necessari.

     ■ Nella favola è necessario mostrare un chiaro contrasto tra bene e male. I comportamenti giusto e sbagliato ricorrono spesso l’uno dopo l’altro (per esempio una volta giusto, due volte sbagliato).

     ■ Ricorrono le enumerazioni, ad esempio: il primo fratello, il secondo fratello, il terzo fratello.

     ■ Ricorrono le ripetizioni.

     ■ Le favole mantengono perlopiù l’anonimato dei personaggi (per esempio la figlia minore).

     ■ Le favole sono senza tempo («C’era una volta...»).

     ■ Le favole amano le ripetizioni di discorsi, di detti o di formule.

 

 

 7.  LA FINE: Una favola deve terminare sempre positivamente, ad esempio: il buono vince, il cattivo viene sconfitto o un personaggio si sposa.

 

 

8.  ASPETTI CONCLUSIVI: Qui sopra abbiamo mostrato specialmente la struttura e gli elementi della favola; in essa i fatti e i personaggi possono essere verosimili, sebbene possono comparire aspetti fantastici (maghi, streghe, gnomi, draghi). La favola si distingue dalla fiaba, poiché in quest’ultima i personaggi sono piante, animali o personaggi della fantasia. Il racconto breve si distingue da questi ultimi due generi nel fatto che i fatti e i personaggi sono presentati come veramente esistenti, hanno un nome, vivono in un determinato tempo e così via. Il racconto non sempre ha una chiara «morale della favola». Gli eventi sono lineari (non ciclici) e in genere non contengono ripetizioni.

     Consigliamo, infine, che ognuno, scrivendo un racconto, si sforzi a essere breve, chiaro, semplice, lineare e originale.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Ars/0-Raccontare_Mds.htm

10-05-2007; Aggiornamento: 25-06-2010

 

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